Molti miei colleghi continuano a prescriverli nelle diete, io mi sono sempre rifiutata, inizialmente basandomi sulle mie ipotesi fisiopatologiche e oggi con il supporto della ricerca. Anche se molti studi affermano tutto e il contrario di tutto, le evidenze a sfavore di un consumo senza pensieri degli edulcoranti ci sono e non vedo perché far rischiare la salute ai miei pazienti.
Ecco i principali motivi della mia preoccupazione
Diversi studi evidenziano l’effetto negativo degli edulcoranti sull’equilibrio del microbiota e dunque sulla produzione dei mitici acidi grassi a catena corta (SCFA), sostanze amiche che ci proteggono dalla maggior parte delle malattie (leggi questo articolo se non sai di cosa si tratta). La disbiosi probabilmente è alla base dei cambiamenti metabolici che conducono ad un incremento del rischio di insulino-resistenza e di diabete di tipo II nelle persone che assumono dolcificanti. Ci sono inoltre evidenze sul rischio cardiovascolare e di sviluppo di alcuni tumori. Alterando il microbiota intestinale e la funzione delle cellule immunitarie, i dolcificanti artificiali possono compromettere la risposta immunitaria complessiva, con potenziali implicazioni per malattie autoimmuni.
Ed ecco alcuni Studi
- Una ricerca clinica di Wang et al ha indagato gli effetti di edulcoranti come aspartame, sucralosio e saccarina sul microbiota intestinale umano. I risultati hanno mostrato un’associazione con la disbiosi intestinale. Si sono anche osservati cambiamenti metabolici come una ridotta tolleranza al glucosio e una diminuzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) benefici come il butirrato (di cui abbiamo parlato in questo articolo).
- Un’altra ricerca ha evidenziato come la disbiosi indotta dagli edulcoranti possa aumentare i batteri dannosi e compromettere la funzione della barriera intestinale, portando a infiammazione sistemica e potenzialmente peggiorando condizioni come le malattie infiammatorie intestinali (IBD), promuovendo l’aumento di peso e incrementando il rischio di diabete di tipo 2 attraverso l’alterazione della sensibilità all’insulina e del metabolismo del glucosio.
- Uno studio di Rodriguez-Palacios et al. ha esaminato gli effetti dello Splenda (contenente sucralosio e maltodestrina) in pazienti con malattia di Crohn. L’uso di Splenda ha portato a un aumento dei marker infiammatori indicando una potenziale esacerbazione dei sintomi della malattia.
- Analogamente, uno studio di Basson et al. ha seguito pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD) per sei mesi, riscontrando un aumento significativo dei sintomi gastrointestinali in coloro che consumavano edulcoranti artificiali, insieme a una diminuzione di batteri benefici come il Bifidobacterium e un aumento di batteri potenzialmente dannosi come i Firmicutes.
Conclusioni
Sebbene gli studi siano ancora in corso e alcuni non evidenzino chiari effetti negativi conseguenti all’uso degli edulcoranti, sono già molte le evidenze che invitano alla cautela, ecco perché non vedo la convenienza in termini di salute e di longevità nell’utilizzo di queste sostanze. Inoltre, ritengo sia molto più efficace concentrarsi sui sapori naturali, sul dolce della frutta fresca di stagione, della frutta secca e dei cereali integrali che sono ricchi di nutrienti benefici per l’intero organismo e che hanno mostrato di proteggere l’essere umano dalle maggiorate delle malattie cronico-degenerative (ne ho parlato in questo articolo, ma anche qui e qui).
Bibliografia
Review
Research Progress on the Relationship Between Artificial Sweeteners and Breast Cancer Xianqiang Yu et al
Exploring the Long-Term Effect of Artificial Sweeteners on Metabolic Health
Meenatchi M et al
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Non/Low-Caloric Artificial Sweeteners and Gut Microbiome: From Perturbed Species to Mechanisms
Jiahao Feng et al
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Chronic Use of Artificial Sweeteners: Pros and Cons
Lydia Kossiva et al