Come il microbiota influenza la salute del cervello e come può essere correlato alle malattie neurodegenerative. Possibili interventi preventivi.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha rivelato una connessione sorprendente e profonda tra l’intestino e il cervello, un’interazione complessa nota come asse intestino-cervello (di cui abbiamo parlato in un recente post). Questo sistema di comunicazione bidirezionale coinvolge meccanismi neurali, ormonali e immunologici, con il microbiota intestinale al centro di questo dialogo. Il microbiota, composto da miliardi di microrganismi come batteri, funghi e virus, non solo svolge un ruolo chiave nella digestione e nel metabolismo, ma ha anche un impatto significativo sulla salute mentale e sul rischio di malattie neurodegenerative.
Il Ruolo del Microbiota nell’asse Intestino-Cervello
Il microbiota intestinale è essenziale per mantenere l’omeostasi corporea, modulare il sistema immunitario e supportare la funzione cerebrale. Questa complessa comunità di microrganismi:
- Influenza la neuroplasticità sia in termini di sinaptogenesi (formazione di nuove connessioni tra i neuroni) che di neurogenesi (la rigenerazione neuronale).
- Produce metaboliti come gli acidi grassi a catena corta (SCFAs), che hanno effetti antinfiammatori e influenzano la funzione cerebrale.
- Interagisce con il sistema nervoso enterico, che controlla le funzioni gastrointestinali, e con il nervo vago, una via diretta di comunicazione tra l’intestino e il cervello.
- Modula la risposta immunitaria e l’infiammazione attraverso la produzione di citochine e la regolazione delle cellule T regolatorie (Treg).
Disbiosi e Malattie Neurodegenerative
Un’alterazione nella composizione del microbiota intestinale, nota come disbiosi, (ne abbiamo parlato anche in questo articolo) è stata collegata a diverse malattie neurodegenerative. La disbiosi può essere causata da fattori come dieta scorretta, stress cronico, uso eccessivo di antibiotici e l’insorgenza di malattie. Le principali malattie neurodegenerative associate alla disbiosi includono:
- Morbo di Alzheimer: I pazienti con Alzheimer mostrano una riduzione dei batteri Firmicutes e un aumento dei Bacteroides. Inoltre, l’accumulo di amiloide prodotta da alcuni batteri e l’infiammazione causata dai lipopolisaccaridi (LPS) contribuiscono alla neurodegenerazione.
- Morbo di Parkinson: Nel Parkinson si osserva un aumento di Enterobacteriaceae e una diminuzione di Prevotella, influenzando la permeabilità intestinale e la produzione di vitamine. L’alfa-sinucleina, una proteina patologica, si accumula nell’intestino e nel cervello, promuovendo l’infiammazione.
- Sclerosi Multipla: La sclerosi multipla è associata a una diminuzione dei batteri Firmicutes e Bacteroidetes e un aumento di Enterobacteriaceae e Akkermansia.
- Disturbi psichiatrici: Anche la depressione e l’ansia sono state correlate a cambiamenti nel microbiota intestinale, con una riduzione di batteri come Coprococcus spp e Bacteroidetes e un aumento di Alistipes.
Il ruolo del Microbiota di altre zone del corpo
Oltre al microbiota intestinale, anche il microbiota di altre parti del corpo come la bocca, la pelle e il naso possono influenzare la salute del cervello.
- Il microbiota orale, ad esempio, può contribuire alla neuroinfiammazione attraverso batteri come Porphyromonas gingivalis e Treponema denticola, trovati nel cervello di pazienti con Alzheimer.
- Il microbiota della pelle può influenzare indirettamente la salute mentale, modulando il sistema immunitario e lo stato infiammatorio.
- Il microbiota nasale può contribuire all’infiammazione attraverso il passaggio di microrganismi al cervello tramite il nervo olfattivo.
Interventi Preventivi e Terapeutici
La buona notizia è che ci sono diverse strategie per promuovere un microbiota intestinale sano e, di conseguenza, proteggere il cervello:
- Dieta equilibrata e ricca di fibre: Una dieta varia, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, favorisce la crescita di batteri benefici che producono SCFA.
- Probiotici e psicobiotici: L’assunzione di specifici ceppi di batteri benefici, noti come probiotici, può migliorare la composizione del microbiota e influenzare positivamente la salute mentale. Alcuni ceppi, come Lactobacillus e Bifidobacterium, hanno dimostrato di migliorare la memoria, l’attenzione e ridurre i sintomi di ansia e depressione.
- Prebiotici: I prebiotici sono sostanze che promuovono la crescita dei batteri benefici nell’intestino. Uno dei prebiotici più potenti non è un alimento, ma l’attività fisica (ne abbiamo parlato in questo articolo).
- Riduzione dello stress: Lo stress cronico può alterare la composizione del microbiota, quindi è fondamentale adottare tecniche di gestione dello stress come la meditazione, lo yoga o esercizio fisico regolare.
- Igiene orale: Una buona igiene orale aiuta a prevenire la proliferazione di batteri patogeni che possono contribuire alla neuroinfiammazione.
Conclusioni
La connessione tra intestino e cervello è un campo di ricerca in continua evoluzione, che offre nuove speranze per la prevenzione e il trattamento delle malattie neurodegenerative. Anche se abbiamo ancoro molto da scoprire sul tema, possiamo fare già molto partendo dalle conoscenze che abbiamo. Prendersi cura del proprio intestino attraverso una dieta sana, l’assunzione di probiotici e la gestione dello stress è un passo fondamentale per proteggere la salute del cervello e promuovere il benessere generale. La ricerca futura si concentrerà sullo sviluppo di terapie personalizzate basate sulla modulazione del microbiota, aprendo nuove prospettive per la salute umana.
Bibliografia
The brain-gut axis: communication mechanisms and the role of the microbiome as a neuroprotective factor in the development of neurodegenerative diseases: A literature overview
Natalia Białoń et al
AIMS Neuroscience, 11 (3): 289–311.
Published: 28 August 2024