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L’agopuntura nel Parkinson: Placebo o Realtà?

agopuntura

La malattia di Parkinson è una patologia neuro-degenerativa progressiva che incide significativamente sulla qualità della vita dei pazienti e dei relativi familiari. Con l’avanzare della ricerca, l’agopuntura emerge come una potenziale modalità di trattamento complementare, suscitando stupore anche fra di noi che la pratichiamo da decenni, per i suoi effetti sulla neuroprotezione e i sintomi motori del Parkinson.

Tuttavia, tra i colleghi scettici resta la questione: l’agopuntura è un effetto placebo o una realtà terapeutica concreta? Esaminiamo gli effetti documentati e le evidenze scientifiche per fare luce su questa questione.

Effetti Neuroprotettivi e miglioramento motorio

Studi su modelli animali hanno mostrato che l’agopuntura esercita effetti neuroprotettivi e migliora la coordinazione motoria e l’equilibrio. Ad esempio, l’agopuntura manuale sui punti GB34 (Yanglingquan), LR3 (Taichong), ST36 (Zusanli), e SP10 (Xuehai) ha migliorato la risposta a test che valutano la coordinazione motoria e l’equilibrio. Questi effetti sono stati associati all’aumento dei livelli di superossido dismutasi (SOD), glutathione (GSH), e glutathione perossidasi (GSH-Px), e alla diminuzione dei livelli di malondialdeide (MDA), indicando un’azione neuroprotettiva attraverso la regolazione dei sistemi antiossidanti.

Inibizione della Neuroinfiammazione

L’agopuntura ha dimostrato di inibire la neuroinfiammazione nei modelli animali di Parkinson, in particolare riducendo l’attivazione di microglia e astrociti, componenti chiave dell’infiammazione nel cervello. I punti di agopuntura GB34 e LR3 sono stati associati a questo effetto, suggerendo un’azione diretta sull’attenuazione dell’infiammazione neurologica e la promozione della neuroprotezione.

Studi sull’Uomo

Sebbene molti dei risultati promettenti siano stati ottenuti in studi preclinici su animali, esistono anche evidenze cliniche preliminari che suggeriscono benefici dell’agopuntura nei pazienti con Parkinson. La ricerca sull’uomo è ancora in una fase relativamente iniziale, e molti studi si concentrano sull’efficacia sintomatica piuttosto che sui meccanismi neurobiologici sottostanti, difficili da valutare in vivo. Tuttavia, questo campo è uno dei pochi in cui gli effetti sugli animali sono più sorprendenti di quelli sull’uomo, l’animale infatti non è soggetto all’effetto placebo.

Conclusioni

Gli studi su modelli animali di Parkinson forniscono evidenze solide degli effetti neuroprotettivi e anti-infiammatori dell’agopuntura, correlati a miglioramenti nella funzione motoria.

L’agopuntura presenta un promettente orizzonte terapeutico nel trattamento della malattia di Parkinson, i benefici potenziali dell’agopuntura, uniti alla sua sicurezza e alla mancanza di effetti collaterali significativi, forniscono un argomento convincente a suo favore.

Inoltre, l’agopuntura si distingue per il suo approccio olistico al trattamento del Morbo di Parkinson, influenzando non solo i sintomi ma anche i meccanismi sottostanti la neurodegenerazione. A differenza dei farmaci attualmente disponibili, che si concentrano principalmente sul sollievo sintomatico senza modificare la progressione della malattia, l’agopuntura offre la promessa di influenzare positivamente la salute neuronale e rallentare l’avanzamento della malattia, specialmente se applicata nelle fasi precoci.

Questa caratteristica rende l’agopuntura particolarmente attraente come strategia di trattamento complementare. La sua capacità di integrarsi con le terapie convenzionali, riducendo potenzialmente il bisogno incrementale di farmaci dunque mitigandone gli effetti collaterali, offre ai pazienti un approccio più olistico e personalizzato alla gestione del Parkinson. Inoltre, la promozione del benessere generale e l’attenzione agli aspetti psicologici e fisici della salute sono in linea con le necessità di una gestione complessiva della malattia, che va oltre il trattamento dei sintomi motori.

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