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Era d’estate. Piccolo racconto per (genitori di) bambini

agopuntura

Era d’estate e il piccolo Ciccio era più che mai felice.

Amava trascorrere le giornate in spiaggia, cercando conchiglie, facendo il bagno con il materassino insieme ai suoi genitori. Mangiando la pasta al pomodoro che gli portava la mamma. Non si stancava mai del piacere di sentire la luce del sole sulla fronte. Quando la sera tornava a casa era stanco ma felice e si addormentava subito dopo cena. Al mattino si svegliava il primo di tutti e andava subito a buttare giù dal letto i suoi genitori. Non vedeva l’ora di ritornare al mare.

Avrebbe compiuto quattro anni in autunno, ma non aveva fretta. Desiderava che quell’estate non finisse mai. Un giorno di agosto ci fu un grande acquazzone e non potendo andare in spiaggia era rimasto tutto il giorno a casa con i suoi genitori. Stava giocando con un trenino di legno tutto colorato quando si accorse che mamma e papà, seduti accanto sul divano senza parlarsi, osservavano con molto interesse una piccola scatoletta che ognuno di loro teneva in mano. Sembravano molto divertiti.

Incuriosito Ciccio si avvicinò alla mamma e guardò anche lui nella scatoletta. Vide luci e colori, come quelli della televisione ma più vividi. Prese in mano quell’oggetto e imitando i gesti del padre comincio a scorrere il pollice sulla superficie, le immagini cambiavano veloci e lui si mise a ridere a crepapelle.

Vedendolo così contento la mamma lo lasció fare per un po’ accertandosi che guardasse solo video adatti a bambini. Ma quando ebbe bisogno di fare una telefonata se lo fece restituire, Ciccio cominció subito a piangere. Era inconsolabile. Nessuno riusciva a farlo smettere e quella sera si addormentò sfinito tra le lacrime e senza aver cenato.

Il giorno dopo c’era il sole e Ciccio andò al mare, era felice e si era dimenticato della scatoletta. Passarono così giorni e settimane, bagni, sole e serate stanche. A settembre ricominciarono le pioggie e molte furono le giornate in cui Ciccio rimase a casa con i suoi genitori.

Una domenica pomeriggio di pioggia mentre Ciccio giocava con una palla di spugna colorata, facendola rimbalzare contro la parete della sua stanza, si senti solo e corse in salotto a chiamare i suoi genitori. Loro non si accorsero subito della sua presenza, erano troppo concentrati a guardare la scatoletta. Ciccio si illuminò e si ricordò di quanto si era divertito quella volta a guardare le immagini veloci e colorate che scorrevano. Così corse fra le braccia del papà per guardare anche lui, il papà sul momento si scostò, ma vedendo che Ciccio si stava stravolgendo in volto e si apprestava a piangere come un vitellino, cercò qualcosa di adatto ai bambini e glielo diede in mano.

La serata passo così e Ciccio era talmente preso dal suo gioco che per mangiare volle essere imboccato come quando aveva un anno.

Da quel giorno ogni volta che Ciccio vedeva la scatoletta nelle mani dei suoi genitori si lanciava per prenderla e se non riusciva ad ottenerla subito iniziava un pianto inconsolabile che i genitori potevano frenare solo dandogliela. Passò il tempo e ormai Ciccio non faceva altro che guardare nella scatoletta, perse interesse per i giocattoli, per gli amici del parco e quell’inverno non fece nemmeno un pupazzo di neve. Il primo giorno di giugno, era una bellissima giornata di prima estate e i genitori volevano portarlo in spiaggia. Ciccio si piantò davanti la porta afferrandosi con le braccia e con le gambe ai battenti perché non voleva uscire, voleva solo rimanere in casa a guardare la scatoletta. Nulla poterono i rimproveri del padre alternati alle preghiere, alle promesse e infine alle minacce.

Non avendo alternative lo presero in braccio e con la forza lo portarono al mare, ma lui pianse, pianse per tutto il viaggio in macchina e per tutto il giorno. Non volle giocare con nessuno, non prese il sole in fronte come gli piaceva tanto e ovviamente non si divertì nemmeno un po’.

Tornò a casa pallido e con gli occhi scavati. Il giorno dopo i genitori capirono che bisognava intervenire in maniera drastica e lo portarono in un centro di riabilitazione per bambini. Era una bellissima villa immersa nel verde che si affacciava su una spiaggia di sabbia bianca,

Dopo i primi giorni un po’ difficili per la mancanza dei suoi genitori e per la totale assenza di scatolette, iniziò a fare amicizia con gli altri bambini. Tutti insieme trascorrevano il tempo a giocare, arrampicarsi sugli alberi, coatruire rifugi nel bosco e castelli di sabbia, facevano il bagno, nuotavano e c’erano anche dei windsurf e delle barche a vela con cui Ciccio imparò a solcare le onde spinto solo dalla forza del vento.

Solo la domenica poteva vedere i suoi genitori, ma erano loro quelli che ne soffrivano di più, questo mondo pieno di colori, di verde, di blu e di altri bambini gli piaceva moltissimo e quando a settembre tornò a casa si era dimenticato della scatoletta, anche perché i suoi genitori, avendo seguito un programma simile per adulti se ne erano liberati per sempre. E vissero così felici, contenti e con il sole sulla fronte.